LIBELLULA

Studiottanta-Fortuna Records

Liliana Fantini - Studiottanta-Fortuna Records

LIBELLULA

Tracklist

  1. Libellula
  2. È poesia
  3. Se potessi
  4. La panchina
  5. Primavera
  6. Tra terra e cielo
  7. Spiragli
  8. Ehi amore!
  9. Il canto degli amanti
  10. La voce del cuore
  11. Rifletti
  12. Luna di carta
  13. Nel silenzio
  14. L’amore è un fiore raro
  15. Tempo lento
  16. Notte in “i”
Testi e musiche : Liliana Fantini
Arrangiamenti : Fabio Gorlier
Voce : Liliana Fantini
Voce : Giorgio Pagliero (in Ehi amore!)
Tastiere e bandoneon : Fabio Gorlier
Contrabbasso : Michele Anelli
Batteria : Emilio Berné
Ebass/edrum : Mauro Fede (in Ehi amore!)
Registrazioni : Mauro Fede (Digital Sound Recording)
Registrazioni add., mixing e mastering : Massimo Visentin (Studiottanta-Fortuna Records)
Disegno di copertina : Elena Pianta
Foto interna booklet : Lorenzo Avico
Grafica : Dynamicbrainsnetwork

Prodotto da Massimo Visentin e Liliana Fantini

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Ordine a Studiottanta-Fortuna Records : mail@studiottanta.it

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Playlist

RASSEGNA STAMPA WEB

LIBELLULA DI LILIANA FANTINI – MARGUTTE
UNA SCOPERTA: LILIANA FANTINI – FMD Fare musica e dintorni
LILIANA FANTINI: “LIBELLULA” – Athos di  MAT2020
LILIANA FANTINI E LA CANZONE D’AUTORE CONTEMPORANEA- Silvia Longo su Kultural

 

RASSEGNA STAMPA

Musica Jazz - Libellula

LILIANA FANTINI : “Libellula” (Studiottanta-Fortuna, distr.studiottanta.it). Poesie in musica swingante, tra le righe e leggera, anche d’antan. Priorità assoluta ai testi che fanno posto all’intonazione e agli accenti; e l’accompagnamento si assoggetta di conseguenza. La voce di Liliana Fantini sovrasta e tiene sotto al giogo l’abile quartetto di musicisti, che condivide lo spirito artistico della leader. I sedici brani vanno dalla ballad a ritmi latin, dalla canzone d’autore fino alle luci di Broadway.
Alceste Ayroldi – Musica Jazz – Marzo 2015

Libellula Gazzetta d'alba 270115 R

A tre anni di distanza dal suo esordio in sala di incisione, ritroviamo Liliana Fantini, cantautrice “nostrana” – ma tale solo per un fatto geografico, dal momento che quello che fa non ha nessuna particolare ragione, o patina, locale. Correvoce, l’album registrato nel 2011 e uscito per l’etichetta Philology, ci aveva presentato una voce pulita, rilassata, naturale, alle prese con canzoni altrettanto scorrevoli e piane; la veste che le avvolgeva, gli equilibri degli arrangiamenti, il colore generale le consegnavano all’ambito del pop con accenti e sfumature swing: la “scoperta” del jazz era del resto dichiarata dalla stessa autrice come una piacevole scossa adulta, dopo una educazione musicale amatoriale costruita su altre pagine. Ora è da poco uscito Libellula, prodotto dalla stessa Fantini con Massimo Visentin per Studiottanta-Fortuna Records, e quelle impressioni di piacevolezza, di “facilità” di ascolto, ritornano senza intoppi. Per chi cercasse qualche dritta preliminare, come nelle scaffalature dei negozi di dischi di un tempo, probabilmente l’album suona molto più pop che jazz –ma si sa che questi sono ampi, fluidi contenitori, che lasciano il tempo che trovano, e sottintendono spesso la presenza di mezzetinte e richiami a territori diversi. Come i primi dischi di Chiara Civello, ad esempio, cui Libellula di primo acchito può forse rinviare; ma a seconda delle storie personali degli ascoltatori, si potranno riscontrare, in filigrana, tracce della musica leggera degli anni Sessanta e Settanta – più come eleganti inflessioni che come citazioni esplicite. Il disco raccoglie sedici canzoni, che si legano tra loro con coerenza – spartite a metà da un capitolo curioso, il duetto Ehi amore!, con la bella voce ruvida di Giorgio Pagliero: il contrasto vocale è riuscito e divertente, ma a nostro avviso il pezzo finisce per risultare una deviazione di percorso. Molto convincente, la scelta di aprire con la canzone che offre il titolo all’intero lavoro, che nasce (leggiamo nella nota di ringraziamento) influenzata dalla pratica della meditazione, e ci suggerisce l’immagine di una donna che guarda il mondo e annota le sue sensazioni da un punto di vista “separato” ma non chiuso, con forza e leggerezza insieme. Libellula rimane subito nelle orecchie, con un ritornello semplice e coraggioso, quasi spudorato (Sono una libellula / che vola dritta in picchiata. / Amo in ogni cellula / e amore vibra nell’aria), che sulla carta non lascia minimamente intuire il risultato finale – come si conviene, del resto, ai testi delle canzoni. Subito molto bella anche la coppia di brani in chiusura, Tempo lento e Notte in “i”, dove sono ridetti il desiderio di indipendenza e rinnovamento che percorrono tutto l’album. Come il precedente Correvoce, Libellula si avvale degli arrangiamenti sensibili e sensati di Fabio Gorlier – che ritorna anche al pianoforte e al bandoneon in trio con Michele Anelli (contrabbasso) e Emilio Berné (batteria a volte confidenziale, altre più decisa e marcatamente pop). Fa capolino in un brano, al basso elettrico, Mauro Fede. Venerdì 30 gennaio, alle 20.45 da Agape, corso Nizza 36 a Cuneo, la Fantini terrà lo spettacolo di poesia e musica Note dal cuore.
Edoardo Borra – Gazzetta d’Alba

IL LETIMBRO - MOLTENI

Liliana la Libellula

Ci sono dischi che ti entrano dentro la pelle. Li ascolti una volta e poi continui a farlo. A me è capitato con un album intitolato “Libellula” di Liliana Fantini. Ho incontrato Liliana a margine del Varigotti Festival, la bella manifestazione ideata e organizzata dal mio amico Roberto Grossi. Roberto – che di musica si intende – mi dice: “Questa è una brava”. Gli credo. E ascolto l’album. Poi lo riascolto. Lo metto in auto, e mio figlio – diciotto anni e una cultura musicale 2.0 che segue sentieri che io non conosco – mi dice: “Bello questo disco. Chi è che canta?” E io spiego chi è Liliana. E intanto ascoltiamo. “Libellula” di Liliana Fantini è una meraviglia che non sai neppure da dove sia venuta fuori. Perché di Liliana non ci sono tante tracce, a parte un precedente disco intitolato “Correvoce”. Una voce limpidissima, dolce, piena di colori, jazzly, che profuma di canzone d’autore ma anche di Sudamerica. E poi una manciata di canzoni bellissime. Scritte come si deve. Con testi pensati, veri, femminili, intimi eppure universali. Testi sorretti da musiche costruite con sapienza. Strofe, ponti e attese. E poi ritornelli irresistibili. In un paese normale, la canzone “Libellula”, che apre l’album, sarebbe un successo da classifica. È semplicemente perfetta. Ma anche “È poesia” che viene dopo. E “Primavera”. Insomma, tutto il disco è bello, suonato bene, con gusto e passione. Liliana Fantini ha una storia artistica singolare. Nasce attrice, poi si avvicina al canto lirico. Infine approda al jazz. Poi tante vicende, umane e artistiche. Il suo primo disco, del 2011, arriva quando è ormai musicista e donna matura. Infatti l’album non è il disco di una debuttante. È l’opera consapevole di un’artista che ha trovato, negli anni e nella vita, la propria dimensione. Il successivo, di cui stiamo parlando, uscito alla fine dello scorso anno, conferma la compiutezza del talento di Liliana.La sua scrittura, mai banale, nonostante la scelta di un linguaggio jazzistico d’antan, racconta dunque di una donna che ha elaborato non solo un suo stile poetico ma anche, verrebbe da dire, un pensiero. Infatti i testi di Liliana Fantini, cosa rarissima tra i cantautori, possono anche essere semplicemente letti. Ovviamente se ascoltati sono più belli. Se amate le canzoni cercate “Libellula” di Liliana Fantini. Non ve ne pentirete.
Ferdinando Molteni – Il Letimbro – Ottobre 2015

Fantini IDEA nov 2015 R web

LILIANA FANTINI TRA LA MUSICA E L’ARTE POETICA

Che coinvolga musica e melodia o che sia quella dell’anima, la voce è al centro della vita di Liliana Fantini. Attraverso il canto, la recitazione e la poesia la poliedrica artista roerina è in grado di raccontare e di raccontarsi, rendendo accessibile e intenso il complesso linguaggio delle emozioni. Per scoprire il suo mondo e assaporare la varietà delle sue ispirazioni, l’abbiamo incontrata e le abbiamo posto qualche domanda.

Partiamo dalla carriera musicale. Com’ è nata la passione per il canto e come si è concretizzata nel tuo percorso artistico?
Ho sempre amato il canto fin da piccola, ma per molti anni mi sono limitata a costruire il mio bagaglio musicale ascoltando di tutto: cantautori italiani, musica di qualità europea e d’oltreoceano, musica classica, le opere e infine il jazz. Straordinariamente è con l’età matura che ho potuto esprimermi con questo linguaggio. Piano piano sono uscita dal silenzio intraprendendo un percorso artistico che mi ha portato a raccontare, in musica, le mie emozioni. Come una lava incandescente, dal vulcano della mia urgenza sono fuoriuscite le mie storie, le mie riflessioni sulla vita, accompagnate da atmosfere jazz, blues, tango, salsa, pop. Il linguaggio musicale fluiva libero, sostenuto da una vena creativa che finalmente dava fiato al mio mondo interiore.

Sei autrice sia dei testi sia delle musiche dei tuoi due dischi, “Correvoce” (2011) e “Libellula” (2014). C’è un’evoluzione fra i due lavori? In che direzione sta andando la sua ispirazione?
“Correvoce” risente del mio amore tardivo per le atmosfere jazzy. “E scopro il jazz” – un brano tratto da questo album – racconta proprio il gusto per questo linguaggio musicale conquistato con una consapevolezza adulta. I testi narrano la vita nella sua pienezza, in ogni sua contraddizione: la sofferenza e la gioia, la stanchezza e la spinta propulsiva alla vita. In “Libellula”, i 16 brani che lo compongono hanno una maggiore libertà nella linea melodica rispetto al mio lavoro precedente. I testi risentono di echi poetici nella forma e nel contenuto, probabilmente influenzati da una mia nuova attitudine a comporre poesia. Raccontano di emozioni contrastanti, di oscurità ed estasi, ma anche di desiderio di rinnovamento e di una nuova consapevolezza interiore. Miei compagni di viaggio sono stati alcuni splendidi musicisti: Fabio Gorlier, pianista e arrangiatore dei brani di entrambi i miei lavori, Michele Anelli ed Emilio Berné, rispettivamente al contrabbasso e alla batteria ed Emanuele Cisi, musicista di fama internazionale, che mi ha fatto dono della sua arte in “Correvoce”. In “Libellula” duetto con Giorgio Pagliero in un brano giocoso dal titolo “Ehi amore” che dà risalto alla sua voce di ruggine, mentre ne “Il canto degli amanti” mi affianca una voce maschile misteriosa: un regalo di Massimo Visentin di Studiottanta-Fortuna Records che ha mixato e prodotto l’album. Le registrazioni sono state effettuate presso Digital Sound Recording di Mauro Fede.

Il 2014 è stato anche l’anno del suo esordio letterario, con la raccolta poetica “Chi ha notizie del mio vero presente”. Come definiresti il libro? Quali sono gli autori che hanno influenzato maggiormente il tuo stile?
La poesia è stata un’apparizione improvvisa, una visitatrice inattesa. “Bussa poesia/scomposta, schiva./Invoca un posto/dentro le mie stanze”. La raccolta è uno scavo sincero dell’anima. Procedendo per contrasti di luci e ombre, si dipana in alternanza di stagioni reali e epoche della vita, di cicli naturali e capitoli esistenziali. Poesia come medicamento e cura, come urgenza di uscire allo scoperto, nella incessante ricerca di significato alla nostra esistenza. L’elemento musicale, nella scansione ritmica del testo, è la mia cifra stilistica. Non so quanto mi abbiano influenzato, ma amo alcune poetesse contemporanee straordinarie: Mariangela Gualtieri, Chandra Livia Candiani, Vivian Lamarque. Voci femminili potenti la cui grazia, delicatezza e sincerità risuonano in ogni verso.

Che rapporto c’è fra musica e la poesia? Hai approcci diversi avvicinandoti all’una o all’altra?
Scrivo poesie di getto, i versi sgorgano spontaneamente. Spesso inizialmente immaturi, necessitano di una rivisitazione dopo averli lasciati decantare. A differenza delle canzoni, che non potrebbero vivere senza la musica, le poesie trovano la loro perfezione nelle parole, nei silenzi, nella musicalità stessa del verso. Quando compongo canzoni, spesso parto dalla melodia su cui poi si libera il testo. Tendo a lasciare lavorare l’intuito per adagiare parole sulla frase musicale che affiora alla mente, per poi elaborarle successivamente. Se nella canzone la rima è una meta sicura, nelle poesie il verso è più libero, anche se scorre idealmente su un tappeto sonoro. L’istante creativo, nell’uno e nell’altro caso, rimane magico, misterioso e gratificante.

Ha altri progetti in cantiere, in campo musicale e in quello letterario? Può anticipare qualcosa?
In questi mesi mi sono dedicata alla presentazione in concerto della mia produzione musicale, oltre a promuovere uno spettacolo che vede affiancate le mie poesie e le canzoni del mio repertorio unite da un breve filo narrativo. Ho partecipato a due concorsi musicali che mi hanno vista finalista: il “Varigotti Festival”, concorso nazionale per la Canzone Emergente d’Autore e “Donne d’Autore”, concorso nazionale per cantautrici svoltosi a Lecce, nel quale mi sono classificata terza. Continuo a scrivere poesie e canzoni, ma è prematuro pensare a nuovi progetti in tal senso. Vorrei ancora dedicare tempo ed energia per promuovere e diffondere il mio ultimo album e le mia raccolta poetica. I riscontri di critica e pubblico molto positivi mi incoraggiano a proseguire in questa direzione.
Enrico Maria Di Palma – IDEA – Novembre 2015

Margutte dic 2015 R web

LIBELLULA di Liliana Fantini

Parlaci di te, della tua formazione e della tua produzione.
A dispetto delle mie origini siculo-romagnole, abito a Guarene, un grazioso paese del Roero, vicino ad Alba. Sono sempre stata rapita dalle infinite possibilità del suono e dalla voce. Fin da ragazza teatro e musica sono stati, unitamente alla lettura, le mie grandi passioni, ma solo con la maturità ho potuto esprimermi a pieno con questi linguaggi. Il mio mondo interiore si è fatto spazio a poco a poco fino ad esplodere all’improvviso come lava incandescente, dandomi modo di uscire dal silenzio e di raccontarmi. Le mie canzoni, di cui compongo testi e melodie, raccontano piccole storie dolci-amare in cui le emozioni contrastanti si sfiorano in una danza senza fine. Le mie poesie sono anch’esse specchio di questa alternanza di luci e ombre, sofferenza e gioia, oscurità ed estasi. Mi sono avvicinata alla musica attraverso il canto lirico per poi passare ad un nuovo percorso vocale incentrato sul canto moderno/jazz. L’incontro con Fabio Gorlier, pianista jazz di cuore e talento, ha dato vita a una feconda collaborazione. È arrangiatore dei brani del mio primo album, “Correvoce”, pubblicato nel 2011 da Philology Jazz Records, e di quelli del nuovo cd “Libellula” , uscito a fine 2014 con la produzione Studiottanta-Fortuna Records. Finalista al Premio Nazionale “Donne d’Autore”, tenutosi a Lecce nel maggio 2015 presso il Teatro Paisiello, mi sono  aggiudicata il terzo posto con il brano “L’amore è un fiore raro”. Nel luglio 2015, con il brano “Spiragli”, sono stata finalista al Varigotti Festival – Premio Nazionale per la canzone d’autore emergente. Ho pubblicato nel 2014 una raccolta poetica intitolata  “Chi ha notizie del mio vero presente”, Marco Del Bucchia Editore. Le poesie sono presenti in uno spettacolo il cui titolo si ispira a quello del libro,  “Notizie dal mio vero presente” : il linguaggio poetico si affianca a quello delle canzoni del mio repertorio in un percorso dell’anima che vive illuminazione e oscurità, dramma e leggerezza.

Margutte ti ha già intervistato qui dopo l’uscita del tuo primo album “Correvoce”. Cos’è successo tra i due dischi e come è cambiata, se è cambiata, la tua musica?
In “Libellula”, il mio nuovo album, sono raccolti 16 brani. Decisamente un numero considerevole per un cd, ma la mia creatività aveva necessità di dare fiato a tante storie, sensazioni, emozioni.Il mio lavoro, che non si piega a rigide passerelle discografiche, sgorga dal cuore e si fa suono e racconto e proprio per questo credo possa essere apprezzato e condiviso da molti. Ancora una volta, come in “Correvoce”, i versi delle canzoni fluiscono su tappeti musicali che spaziano dal jazz, al blues, al tango, alla salsa, al pop, con echi di musica leggera anni sessanta e settanta e jazz d’antan. I testi tuttavia, più che nel precedente album, risentono di uno scavo interiore che si traduce in un linguaggio poetico, forse grazie anche alla mia nuova attitudine a comporre poesia. Ritroviamo nei versi ancora la danza tra la luce e l’ombra, tra la sofferenza e la spinta alla pienezza e all’estasi, seguendo un percorso di ricerca interiore che raggiunge il suo apice proprio con il brano “Libellula”, nato grazie alla mia pratica di meditazione. Il desiderio di rinnovamento e di ricerca di un’armonia percorrono tutto l’album, ma non mancano alcuni brani dedicati all’amore – “Tra terra e cielo”, “Il canto degli amanti” – e una schermaglia giocosa che vede Giorgio Pagliero, dalla voce ruvida ed efficace, duettare con me. Ritroviamo un altro duetto infine ne “Il canto degli amanti”, nel quale la mia voce è magicamente affiancata da un’altra maschile la cui paternità non è nota neppure a me: un regalo di Massimo Visentin di Studiottanta-Fortuna Records che ha mixato e prodotto il mio lavoro, un pizzico di mistero che rende l’album ancora più interessante.

Ci sono stati nuovi incontri con musicisti o altre persone relativi a “Libellula”?
Ad affiancarmi nella lavorazione di “Libellula” sono stati gli stessi musicisti del mio album precedente: Fabio Gorlier, pianista sensibile e arrangiatore dei brani di entrambi i miei cd, Michele Anelli al pianoforte e Emilio Berné alla batteria. Per la prima volta ho realizzato una canzone che prevedesse un duetto ed è nata “Ehi amore!”, brano di cui ho accennato prima e che ho condiviso con gioia e divertimento con il mio amico musicista e cantante Giorgio Pagliero. Ma la musica è fatta di incontri e nuove esperienze e i live sono un’occasione speciale per realizzarli. Ho presentato i miei brani in concerto con varie formazioni e mi piace ricordare e ringraziare, oltre ai musicisti che mi hanno accompagnato nell’album, anche alcuni che si sono alternati al mio fianco nei concerti: Emanuele Francesconi, Gianmaria Ferrario, Paolo Franciscone, Nicola Meloni ed infine Luca Felice, giovanissimo talentuoso pianista che mi ha accompagnato nella finale del “Varigotti Festival” nel luglio 2015.

Tra un album e l’altro è anche uscito il tuo libro di poesie “Chi ha notizie del mio vero presente”. Del rapporto tra musica e poesia abbiamo già parlato nell’altra intervista, ora ci piacerebbe sapere se stai scrivendo e componendo cose nuove.
Sì, sto continuando a scrivere poesia e a comporre canzoni, gli stimoli non mancano. Il momento creativo, magico e misterioso, lo accolgo con apertura del cuore, sensi accesi e profonda gratitudine. Da ogni cosa può nascere poesia. In ogni istante può sgorgare un verso o risuonare una melodia su cui poi liberare parole esatte, nella metrica e nel senso. Sono ancora prematuri progetti che possano raccogliere il frutto di questa mia produzione poetica e musicale, ma il contatto con la mia parte profonda e creativa è vivo e fecondo.
Silvia Pio – Margutte – Dicembre 2015

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Liliana Fantini è una cantautrice di origini siculo-romagnole che oggi vive a Guarene, nel bel mezzo del Roero. Ha al suo attivo esperienze liriche, jazzistiche e teatrali; ha inoltre pubblicato una raccolta di poesie e due album con brani di sua composizione nei quali spazia nei diversi linguaggi musicali: dal jazz al blues passando per il pop, sconfinando in ritmi di salsa e passi di tango. Il suo ultimo lavoro si intitola “Libellula”, un album di 16 tracce che contiene interessanti collaborazioni. Abbiamo chiesto a Liliana di parlarci del suo progetto e del suo ultimo album.

Quando e in che modo nasce la tua carriera come cantautrice?
La mia formazione musicale inizia in età matura, avvicinandomi alla musica attraverso il canto lirico per poi passare a un nuovo percorso vocale incentrato sul canto moderno/jazz. Ho cominciato a comporre canzoni nel 2010, direi all’improvviso, quasi per gioco. Mi sono ritrovata ad adagiare i miei versi su melodie che risentivano del mio nuovo gusto musicale: atmosfere jazz quindi si mescolavano a ritmi blues, salsa e tango, contaminate da escursioni nella musica leggera. Amante della musica fin da bambina, ho costruito il mio bagaglio musicale ascoltando e apprezzando i generi più variegati che sono poi confluiti in maniera naturale nel momento creativo. Nel 2011 ho registrato l’album Correvoce , 11 brani scelti tra un numero considerevole di canzoni che andavo a creare quasi di getto, come se fosse saltato finalmente un tappo che mi teneva compressa e potessi dare fiato al mio mondo interiore, cantandolo in ogni sfaccettatura. Paolo Piangiarelli, produttore della prestigiosa Philology Jazz Records, ricevuto il mio album per un ascolto, lo ha trovato delizioso e non ha esitato a pubblicarlo. Questo il mio esordio come cantautrice. Naturalmente ci ho preso un gran gusto e la mia vena creativa mi ha permesso di dare vita a nuove canzoni tra cui i 16 brani di questo nuovo album, Libellula, registrato come il precedente presso Digital Sound Recording di Guarene, nei pressi di Alba, e pubblicato da Studiottanta-Fortuna Records. Il mixing è stato curato da Massimo Visentin, professionista di trentennale esperienza, che ha al suo attivo collaborazioni con artisti di pregio tra cui Paolo Conte.

Chi ha collaborato con te per la realizzazione di Libellula?
In entrambi i miei lavori discografici hanno suonato Fabio Gorlier alle tastiere e bandoneon, Michele Anelli al contrabbasso ed Emilio Berné alla batteria. L’amicizia con Fabio, pianista jazz di cuore e talento oltre che arrangiatore dei miei brani, ha dato vita a una feconda collaborazione: è grazie a lui se ho potuto realizzare il sogno della registrazione del mio primo album, a cui poi è seguito Libellula, 3 anni dopo. Ma non manca una novità in questo nuovo album: duetto insieme a Giorgio Pagliero, musicista e cantante dalla voce ruvida e veramente particolare, nella canzone “Ehi amore!”, ispiratami proprio dalle sue corde di ruggine.

Cosa ti aspetti da Libellula?
La risposta è semplice: mi aspetto che voli con ali leggere e si posi sul cuore del pubblico, il più vasto possibile. I primi riscontri di coloro che hanno avuto l’opportunità di ascoltare il mio album sono decisamente positivi, a tratti entusiasmanti: raccontano di emozione, commozione, apprezzamento sincero per testi “..carichi di significato e potenza” e melodie originali.
Nicolas J.Roncea – Cuneo e2.0 – Febbraio 2015

 

DICONO DI LIBELLULA

Questo tuo nuovo album ha dei testi poetici davvero coinvolgenti e buoni arrangiamenti musicali. Un album maturo, che riesce a dare un’alternativa di qualità e d’impegno nel panorama musicale italiano. Le tue performances vocali sono sempre a validi livelli tecnici ed espressivi e gli interventi dei tuoi “compagni d’avventura” sono sempre professionali e di buon livello, quindi i miei più sinceri complimenti. BRUNO POLLACCI Critico musicale, ideatore e curatore dei programmi radiofonici e web di musica Jazz “Animajazz” e “Blues Fires”.